I plantari sono uno strumento molto utilizzato da alcuni professionisti nell’ambito della postura. Scopri in questi articolo a cosa servono e quando vanno realmente utilizzati.
Il piede è uno dei protagonisti della nostra postura. Esso è come un vero e proprio recettore computerizzato che manda al cervello tantissime informazioni.
Informa il cervello su che terreno ti trovi, se è piano o in salita, se è semplice e liscio come il marmo o articolato come il terreno di un bosco. Grazie a queste informazioni la postura si adatta continuamente, integrandole a quelle provenienti dagli occhi e dal vestibolo. Quest’ultimo è l’organo dell’equilibrio che si trova nell’orecchio.
A causa di cattiva abitudini di vita come il camminare sempre con le scarpe e mai scalzi, l’uso dei tacchi nelle donne, o per difetti come piede piatto e piede cavo, il piede può alterare le sue funzioni.
Esso è inoltre soggetto a numerosi traumi come distorsioni di caviglia o fratture dell’arto inferiore che alterano irrimediabilmente l’assetto del cammino.
Quando questo accade la postura può risultarne alterata e per un problema di piede possono nascere dolori come torcicollo e mal di schiena. Come si fa a scoprire che l’origine viene dal piede?
E’ possibile solo grazie ad una visita completa dal posturologo, dal fisioterapista, dal chiropratico o dall’osteopata, composta da un colloquio approfondito e dalla valutazione di tutto il sistema muscolo-scheletrico, dall’alluce fino alla prima vertebra cervicale passando per il bacino.
Se il piede dovesse risultare il problema principale si provvede prima al trattamento manuale con la sua manipolazione. Una volta liberato può essere utile applicare un plantare posturale. Per confezionare un buon plantare è utile un esame computerizzato chiamato “baropodometria”.
In questo modo un percorso di manipolazioni, plantari e correzione delle abitudine di vita può migliorare la postura e i dolori muscolo-scheletrici.
Dott.Carlo Conte