Le manipolazioni vertebrali sono spesso usate come atto terapeutico da figure come l’osteopata e il chiropratico. Molti pazienti hanno paura e molti medici le sconsigliano, ma sono veramente pericolose?
Partiamo dal comprendere che cos’è effettivamente una manipolazione e a che cosa serve. Più precisamente definita HVLA (High Velocity Low Amplitude) la manipolazione è appunto una tecnica manuale ad alta velocità e bassa ampiezza di movimento.
Detta anche thrust questa è una tecnica molto utilizzate da osteopati e chiropratici per dare sollievo al dolore muscolo-scheletrico. La manipolazione è in genere effettuata a livello dei vari distretti della colonna vertebrale.
L’obiettivo della manipolazione è quello di ottenere una serie di effetti fisiologici sulla vertebra in disfunzione:
- Riportare in asse una vertebra malposizionata
- Ristabilire la corretta lunghezza muscolare fra un lato e l’altro
- Decomprimere le faccette articolari fra una vertebra e l’altra
- Stimolare una cascata di endorfine per abbassare il dolore
Se ben praticate le manipolazioni articolari sono atti terapeutici sicuri che apportano grandi benefici. Ovviamente il professionista prima di praticarle deve sincerarsi attraversi alcuni test e alcune indagini diagnostiche, della presenza di eventuali controindicazioni.
Sono ad esempio controindicazioni assolute alla manipolazione vertebrale l’osteoporosi perché l’osso sarebbe troppo fragile. Problematiche dell’arteria vertebrale a livello cervicale e la presenza di osteofiti (becchi ossei da artrosi) a livello articolare.
Sono controindicazioni relative ad esempio la presenza di ernie discali che vanno a comprimere la radice del nervo. Dipende appunto dalla gravità dell’ernia e della sintomatologia.
Con le dovute accortenze e nelle mani giuste la manipolazione vertebrale può essere un valido aiuto a supporto del paziente con dolore muscolo-scheletrico.
Ps. Perché l’articolazione fa “pop” durante la manipolazione?
Questo è dovuto ad un processo detto di cavitazione, cioè una implosione di piccolo bolle di gas all’interno delle articolazioni. Con la decompressione articolare le bolle implodono.