L’integrazione con vitamina d diventa sempre più diffusa vista la usa notevole importanza per la salute. La situazione sembra controversa: bisogna assumerla tutti i giorni o una volta tanto?
Conosciuta soprattutto per le ossa, secondo recenti studi riveste una grandissima importanza anche per il nostro sistema immunitario. Per questo nelle patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide, la tiroidite, la rettocolite ulcerosa, è fondamentale avere ottimi livelli di Vitamina D.
Una sua carenza causa una maggiore tendenza ad ammalarsi. E’ sicuramente uno dei motivi per cui nel periodo invernale c’è una maggiore tendenza ad ammalarsi.
La Vitamina D interviene anche nel ritmo sonno-veglia, agisce sul centro del sonno presente nell’ipotalamo e ci fa dormire bene e a lungo!
Recenti studi dimostrano che avere un buon livello di vitamina D sia anche un fattore protettivo per il sistema cardio-vascolare.
Ma questa vitamina va presa tutti i giorni o una volta tanto?
In Italia le prescrizioni sembrano andare nella seconda direzione, forse più per abitudine che per reale ricerca scientifica. E’ risaputo infatti che la concentrazione di vitamina d dopo l’assunzione si dimezza ogni 24h. Questo significa che se assumi 25.000 unità di vitamina d nell’arco di una settimana essa sarà totalmente sparita, perché il corpo non ne crea depositi.
E’ quindi probabile che una monodose mensile o bisettiminale non riesca ad esplicare a pieno un effetto terapeutico. Soprattutto alla luce degli ultimi studi internazionali che hanno individuato dosaggi efficaci negli adulti fino a 6000-7000 unità al giorno.
D’altronde il Sole sarebbe la nostra fonte principale di vitamina d (circa il 90%) e fino a prova contraria, il sole sorge tutti i giorni. La monodose a questo punto potrebbe essere un’arma indispensabile nei pazienti non complianti che per qualche motivo non riescono ad assumere con regolarità un integratore giornaliero.
Dott.Carlo Conte