Bella domanda. In realtà non se la sono fatta in molti. Eppure aprendo i registri che riguardano il lato più colpito dell’artrosi dell’anca si ritrova sempre il destro. Le protesi d’anca a destra sono molto più numerose di quelle a sinistra. Perché? Una spiegazione ufficiale non esiste. Alcuni banalmente dicono che si tratti di fattori genetici, altri liquidano la questione dicendo che siamo tutti destrimani.
A mio avviso nessuna delle due ipotesi è particolarmente convincente. Prima di tutto perché non esiste alcun gene che codifica per l’artrosi dell’anca, figuriamoci specificamente per l’anca destra. Il fatto che siamo quasi tutti destrimani, potrebbe avere un senso per l’artrosi della mano e del pollice, ma non dell’anca. Mentre per quanto riguarda la mano, la lateralità porta ad un uso nettamente maggiore della destra rispetto alla sinistra (pensa alla scrittura), nell’arto inferiore questo avviene in misura molto minore.
Artrosi dell’anca a destra: la teoria dell’osteopata
A meno che non si tratti di un calciatore, l’utilizzo che facciamo della gamba destra e della gamba sinistra è pressoché uguale nei gesti della vita quotidiana. Quale può essere allora la spiegazione?
Io ti propongo la mia o meglio, quello che in Osteopatia si è notato empiricamente in questi anni. Le protesi d’anca a destra potrebbero essere maggiori rispetto alla sinistra a causa degli interventi per appendicite.
Oggi l’artrosi dell’anca infatti, va a colpire tutta quella fascia di pazienti che ha vissuto in un periodo storico in cui operarsi per appendicite era di routine. Tu che leggi sai benissimo di cosa parlo. Tra gli anni ’60 e gli anni ’80 in Europa si è fatto un abuso gigantesco di questo intervento chirurgico, perché la comunità medica era convinta che l’appendice (che si trova a destra) fosse qualcosa di inutile o addirittura dannoso. Una grande presunzione visto che madre natura non fa nulla per caso.
Solo oggi infatti l’importanza dell’appendice è stata rivalutata dal momento che, insieme alle tonsille, rappresenta una stazione immunitaria fondamentale e si trova in un punto molto delicato. Come le tonsille proteggono le prime vie aeree dall’ingresso dei batteri che respiri, lo stesso fa l’appendice nell’intestino cieco. Questo tratto di intestino prende questo nome proprio perché è un fondo “cieco”, senza sbocco, e come tale è soggetto a ristagno di materiale fecale.
Dove c’è ristagno ci sono batteri, dove ci sono batteri madre natura ha messo una stazione immunitaria, l’appendice. Madre natura la mette e il chirurgo la toglie. Un recente studio su 900 pazienti con appendicite in Gran Bretagna, pubblicato sul British Medical Journal, ha rilevato che il 63% degli interventi per appendicite potrebbe essere evitato e sostituito con la sola terapia antibiotica.
È probabile, in virtù di tutto quello che ti ho detto fin ora, che le aderenze e le tensioni causate dall’intervento chirurgico di appendicectomia siano la causa dell’artrosi all’anca destra. Devi sapere infatti che c’è un importante continuità fra le fasce che avvolgono l’intestino cieco (dove c’è l’appendice) e i muscoli della fossa iliaca destra.
Quando a causa dell’intervento chirurgico si creano delle aderenze, delle tensioni, delle fissazioni fra l’intestino e il piano muscolare, l’anca cambia totalmente la sua biomeccanica. Questo cambiamento di tensione e di funzione dell’anca potrebbe portare nel tempo ad un maggiore consumo della cartilagine rispetto all’altro lato. D’altronde circa il 50% delle artrosi dell’anca per la medicina ufficiale sono di tipo idiopatico, cioè senza una spiegazione precisa. La connessione viscerale potrebbe fare luce su questo 50%. Risulta quindi molto importante in caso di artrosi dell’anca andare a manipolare la zona dell’intervento di appendicectomia anche se sono passati molti anni.
Come trattare l’artrosi dell’anca
È sorprendente notare come alcuni pazienti durante la manipolazione dell’intestino sentano dolore all’interno dell’anca. È ovvio che una volta instaurata l’artrosi si dovrà intervenire anche con altre misure terapeutiche. Utile lo stretching di tutti i muscoli dell’anca: ileo-psoas, adduttori, glutei, quadricipite, femorali. Fondamentali la perdita di peso per non gravare sulla cartilagine e il movimento in acqua dove non c’è forza di gravità.
Le artrosi severe ovviamente sono da intervento chirurgico di protesi d’anca, l’interesse principale dovrebbe essere proprio quello di prevenire e di non arrivare mai a finire sotto ai ferri.
Sul mio canale YouTube “Carlo Conte Osteopata“, puoi trovare degli esercizi utili sia per lo stretching che per il rinforzo dei muscoli dell’anca.
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Dott. Carlo Conte – Osteopata Napoli