Cliteri, idrocolon, pulizia intestinale vanno sempre più di moda all’interno di una cerchia di pazienti.
È davvero necessaria tutta questa purificazione?
Ovviamente non è esiste una risposta univoca, è importante però operare delle riflessioni. Partiamo col dire che questa tendenza ad utilizzare rimedi esterni per purificare l’intestino è arrivata in Italia insieme a correnti culturali legate all’oriente.
È proprio da qui che bisogna partire per comprendere a pieno queste pratiche. A livello culturale, ad esempio in India, la purificazione e la catarsi sono una tappa obbligatoria per un buon fedele in un certo contesto storico-culturale. Queste pratiche oltre ad avere una accezione “medica” rispondono anche e soprattutto a una esigenza “mistica”.
Per molti sistemi religiosi infatti la purificazione dell’anima passa attraverso quella corporale. Qui in Occidente ovviamente queste tecniche sono state svuotate dei loro fini religiosi.
Il secondo dato importante è che clisteri, idrocolon e qualsiasi tipo di pulizia d’organo vanno assolutamente praticati da un medico. Capita spesso che il paziente si autosottoponga sulla base di consigli amicali, a clisteri di caffè, camomilla e quant’altro espondendosi a seri rischi.
È infatti inopportuno introdurre attraverso il retto delle sostanze non sterilizzate come il caffè che passa dalla macchinetta di casa… questo per evitare qualsiasi tipo di infezione.
È importante non utilizzare un’acqua qualsiasi come quella rubinetto perché contiene cloro. Questo è un potente antibatterico che ucciderebbe le flore batteriche del retto causando diarrea. L’acqua che entra nel retto deve inoltre trovarsi alla sua stessa temperatura. Shock termici a loro volta ucciderebbero batteri buoni.
Può non avere un buon equilibrio di sali come la soluzione fisiologica. In tal caso si rischia la disidratazione perché uscirebbe acqua dalle cellule!
Insomma con questi sistemi bisogna stare attenti. Possono sicuramente trovare la loro utilità se praticati sul paziente giusto da personale altamente qualificato.