È risaputo nella cultura popolare che le cicatrici chirurgiche fanno male quando cambia il clima. Si tratta di leggenda o di realtà?
Anche se i motivi non sono del tutto chiari possiamo affermare che non si tratti di una leggenda! Avere una cicatrice è un pò come avere il meteo incorporato.
Interventi di asportazione di appendice, colecisti o il taglio cesareo possono lasciare delle cicatrici che all’arrivo della pioggia o di un temporale causano una strana sensazione di dolore e bruciare.
Questo accade probabilmente perché quando le condizioni climatiche cambiano bruscamente il tuo corpo deve adattarsi ad esse. Al variare ad esempio di temperatura, umidità, luce, cambiano anche lo stato vasocostrizione e vasodilatazione dei vasi sanguigni, la tensione dei muscoli e il rilascio di neurotrasmettitori.
Quando il clima cambia bruscamente il corpo deve adattarsi in maniera rapida.
La cicatrice essendo una zona poco elastica, poco sensibile e poco accomodante si adatterà più difficilmente e lentamente al cambiamento. Questa condizione potrebbe quindi determinare la comparsa dei sintomi.
È come se la cicatrice ti dicesse: “io esisto”.
Cosa fare per evitare che la cicatrice crei queste sgradevoli sensazioni di dolore e di bruciore?
Un’ottima abitudine sarebbe quella di massaggiare la cicatrice dopo l’intervento (quando a parere del chirurgo è guarita e stabilizzata) con creme specifiche, in genere a base di sostanze naturali come l’aloe vera, la vitamina E, l’olio di mandorle dolci.
A distanza di circa 3 mesi dall’intervento sarebbe inoltre opportuno far valutare la cicatrice ad un osteopata. Esistono infatti delle tecniche fasciali per elasticizzare la cicatrice e le sue aderenze.
Disattivando le informazioni negative provenienti dalla cicatrice diminuiranno il dolore e il bruciore legati al cambio di clima e migliorerà anche la postura che può essere alterata dalla tensione causata dalle aderenze.